Un riconoscimento importante per la giovane università
Nel maggio 1155 a Bologna in un luogo presso il corso del Reno si svolse un incontro gravido di conseguenze per le sorti della cultura e della sua diffusione tra Federico I Barbarossa ed una delegazione di dottori e scolari dello “Studium” (l’università). Alla domanda dell’imperatore sui motivi della scelta di Bologna quale sede di studio, gli studenti risposero con un giudizio positivo sulle condizioni di vita offerte dalla città e dai suoi abitanti, sottolineando che gli alloggi erano confortevoli, il costo della vita ragionevole e si poteva addirittura disporre gratuitamente dell’acqua. L’unica critica della delegazione fu sollevata a proposito della «rappresaglia», cioè della pretesa «perversa» dei bolognesi di rifarsi dei debiti lasciati dagli studenti partiti sui loro connazionali.
In seguito a tali eventi, tre anni più tardi, nel 1158, il Barbarossa promulgò l’Autentica Habita, una legge attraverso la quale venne sancita la libera circolazione per chiunque si spostasse per motivi di studio e l’abolizione del «barbaro» istituto giuridico della rappresaglia. Negli stessi mesi, in occasione della Dieta di Roncaglia alla quale presenziò una gran moltitudine di autorità civili ed ecclesiastiche, Federico Barbarossa si avvalse del sostegno autorevole di quattro dottori dello Studio bolognese – Bulgaro, Jacopo, Martino e Ugo di Porta Ravegnana, allievi di Irnerio – al fine di rivendicare l’esclusività del suo potere pubblico e legislativo contro le indebite appropriazioni e invadenze da parte di organi comunali cittadini. I quattro grandi giuristi, coerentemente coi testi del diritto romano che studiavano e commentavano – un diritto che ovviamente si basava sulla centralità della figura imperiale – appoggiarono le rivendicazioni di Federico I, ma poi Bologna si schierò con i comuni cittadini della Lega Lombarda che sconfisse l’imperatore e lo costrinse ad ammettere una loro cospicua autonomia nel testo della pace di Costanza (1183).