Qualche anno fa all’Archivio Segreto Vaticano è stato rinvenuto un manoscritto del 1371 con la descrizione dettagliata della città e del contado di Bologna. Per una lunga e singolare catena di smarrimenti e di equivoci, una delle più importanti fonti su Bologna e sul suo territorio in epoca medievale è rimasta quasi sconosciuta per oltre sei secoli, circondata da un alone di mistero sulle sue origini e sui suoi contenuti.
Egidio d’Albornoz e Bologna
Originario della Nuova Castiglia, venne nominato nel 1353 da papa Innocenzo VI legato in Italia e vicario generale dei domini della Chiesa. Nel corso della sua azione emanò delle Constitutiones che dovevano regolare la posizione dei territori sottomessi all’autorità pontificia.
La famiglia Pepoli
Nel corso del XIV secolo una famiglia in particolare, quella dei Pepoli, legò il suo nome alla storia della città di Bologna. Questa famiglia di cambiatori e banchieri stabilitasi a Bologna già dal XIII secolo fu protagonista di una parabola politica nel corso del ‘300.
La rivolta antimagnatizia
Nel corso del XII il Comune di Bologna era stato guidato dapprima da membri dell’aristocrazia, poi affiancati da qualche esponente delle professioni più in vista, come mercanti e cambiatori. Tra 1220 e 1227 la parte nobiliare riuscì ad estromettere dal governo la parte popolare che reagì duramente
I portici di Bologna
La città di Bologna è famosa nel mondo per i suoi portici. La loro costruzione risale fino all’XI secolo e trasse origine dalla necessità di sviluppare in alto le costruzioni che sorgevano all’interno del ristretto spazio urbano. Tuttavia l’allargamento dei solai verso l’esterno finiva spesso col comportare la necessità di scaricare a terra il peso delle parti aggiunte e le conseguenti invasioni di spazio pubblico.