Originario della Nuova Castiglia, venne nominato nel 1353 da papa Innocenzo VI legato in Italia e vicario generale dei domini della Chiesa. Nel corso della sua azione emanò delle onstitutiones che dovevano regolare la posizione dei territori sottomessi all’autorità pontificia. Molti dei suoi sforzi si concentrarono sulla provincia di Romagna e, conseguentemente, sulla città di bologna. Dopo la caduta dei Pepoli la città era stata affidata a Giovanni da Oleggio con l’incarico di governarla in vece dei Visconti ma questi, nel 1355, ne approfittò per insignorirsi. Questa decisione comportò la rottura con Milano che intraprese una serie di azioni contro la città. Egidio d’Albornoz si inserì nella contesa prendendo accordi con l’Oleggio nel 1360 che, in cambio della signoria di Fermo, si impegnava a consegnare Bologna al vicario pontificio. Il 28 ottobre 1360 l’Albornoz entrò in città tra la folla festante e si premurò di organizzare la Difesa contro i nuovi tentativi di Bernabò Visconti di prendere Bologna. Grandi erano le aspettative della popolazione che vide nel nuovo dominio un elemento di stabilità, sotto il suo controllo nacque il Collegio di Spagna, ancora presente in città, da lui riccamente dotato per mezzo testamentario. Purtroppo però, la felice gestione dell’Albornoz ebbe termine nel 1362 quando il nuovo pontefice, Urbano V, nominò Androino de la Roche legato in Lombardia e vicario in Bologna. I successivi “legati” o vicari pontifici non ebbero la stessa sollecitudine dell’Albornoz e dopo un altalenante consenso dovuto alla loro alternanza, provocarono un generale malcontento che portò all’insurrezione del 1376 che ripristinò l’autonomia comunale.
XIV
secolo