La storia relativa all’origine e alla diffusione del cioccolato a Bologna è per certi versi una storia recente, il cui punto nodale è fatto generalmente risalire alla fondazione del Laboratorio delle cose dolci di Teresa Majani nel 1796. Tuttavia studi recenti si sono interrogati e hanno cercato di far luce sul primo arrivo in città del cacao e di prodotti derivati.
Dallo studio condotto si evince che le attestazioni documentarie più antiche risalgono alla seconda metà del Seicento, periodo nel quale i costumi si raffinano sempre più e nella società bolognese nasce un interesse sempre maggiore verso i prodotti considerati esotici: il cioccolato risulta farne parte quale bene di lusso utilizzato soprattutto come dono nei confronti di personaggi illustri.
La più antica di queste attestazioni risale al 1671, anticipando in questo modo di più di un secolo la data della fondazione del laboratorio Majani. È stata ritrovata all’interno della serie Res Oeconomales, un libro giornale – una specie di diario dei nostri giorni – che raccoglie annualmente gli avvenimenti più importanti del Collegio di Spagna relativi alle spese e alle entrate: in data marzo 1671, il Collegio dona a Don Emanuel di Portogallo 65 chicolate.
Sempre il Collegio di Spagna ci informa che nel 1678, in occasione di un ricevimento in onore del cardinale Protocarrero vengono offerti dolci e cioccolata.
I Diari del senato bolognese riferiscono che nel 1689 ai principi Marco e Antonio Ottoboni, nipoti di papa Alessandro VIII, accolti a Malalbergo da un’ambasceria bolognese, vengono offerti sorbetti e cioccolate.
Archivio del R. Collegio di Spagna, Res Oeconomales, 174, f.78.
Archivio del R. Collegio di Spagna, De Regus Gestis, I, pp. 148-149
Archivio di Stato di Bologna, Senato, Diari 10, p.15
Filippo Galletti