Qualche anno fa all’Archivio Segreto Vaticano è stato rinvenuto un manoscritto del 1371 con la descrizione dettagliata della città e del contado di Bologna.
Per una lunga e singolare catena di smarrimenti e di equivoci, una delle più importanti fonti su Bologna e sul suo territorio in epoca medievale è rimasta quasi sconosciuta per oltre sei secoli, circondata da un alone di mistero sulle sue origini e sui suoi contenuti. Negli ultimi anni del papato avignonese, prima del ritorno della sede apostolica a Roma, il cardinale Anglic Grimoard de Grisac, fratello del papa Urbano V, stava per concludere a Bologna il suo mandato di vicario e legato apostolico della Marca, della Romagna, dell’Umbria e della Toscana.
Dopo la morte del fratello pontefice e in vista dell’imminente avvicendamento, l'”Anglico” fece raccogliere nell’autunno del 1371 le informazioni e le notizie che potevano essere utili al suo successore; furono così redatte relazioni dettagliate sui centri e i territori sottomessi; tra queste la cosiddetta “Descriptio civitatis Bononie eiusque Comitatus…”. A tenere nell’ombra il resoconto su Bologna e sul suo territorio per più di seicento anni sono stati i numerosissimi ed evidenti errori contenuti nell’unico esemplare conosciuto fino a qualche anno fa, cioé la copia dell’originale scritta ad Avignone e poi conservata negli archivi vaticani. Attraverso aspetti avvincenti e quasi romanzeschi Rolando Dondarini è giunto di recente al recupero del manoscritto originale presso l’Archivio Segreto Vaticano, rendendo i suoi contenuti del tutto affidabili.
Nel suo breve protocollo la “Descriptio” chiarisce senza possibilità di dubbi la natura e le finalità per cui era stata redatta: una “… memoria sulle condizioni e lo stato della città di Bologna, dei castelli e delle fortezze esistenti in tale città… e dei centri e delle terre del contado…”. Il lungo resoconto prende le mosse da un dettagliato esame sullo stato delle mura della città che, soffermandosi su ogni singola porta, ne rileva l’efficienza difensiva, la presenza di casseri e ponti levatoi e la consistenza dei contingenti di custodia. La relazione prosegue descrivendo le fortificazioni e le torri principali esistenti in città (anche le due torri unite da un castello di legno), con informazioni stringate che non mancano di una certa efficacia figurativa. Questa prima parte dedicata esclusivamente alla città si chiude con una valutazione approssimativa sul numero dei “fuochi” (=famiglie) presenti in città e nella guardia (=il suburbio) – “… possint esse hodie focularia VIIIm” – e con gli elenchi degli ufficiali pubblici e dei dottori dello Studio raggruppati secondo le diverse materie: diritto canonico, diritto civile, medicina e arti.
Dalla città l’attenzione si sposta quindi al contado con dettagliati rapporti sullo stato dei numerosi manufatti difensivi e dei contingenti dislocati in permanenza sul territorio.
A questo punto preceduto dal titolo Communia terrarum et villarum dicti comitatus Bononie, ha inizio un lungo elenco di centri abitati del territorio bolognese. Essi sono raggruppati per i vari vicariati del contado quando si trovano oltre la fascia delle 5 miglia dalla città e per quartiere quando vi sono compresi. Si tratta di 298 nomi di comuni con a fianco la scritta … habet inter fumantes et habitatores, seguita dal numero dei fuochi ivi rilevati. Il documento termina con un lungo elenco di voci di spesa per stipendi e salari e soprattutto per i vari contingenti armati al soldo della Chiesa.
La Memoria… bolognese è dunque una fonte ad ampio spettro informativo alla quale l’Anglico volle allegare i cosiddetti “Praecepta”, una serie di ragguagli e di consigli indirizzati personalmente al suo successore per informarlo sulle questioni riguardanti la gestione politico-amministrativa delle varie aree soggette. Benché più brevi, essi presentano elementi di notevole attrattiva e di indubbia originalità essendo costituiti dalle considerazioni e dai giudizi sui bolognesi espressi senza mezzi termini dal cardinale francese in procinto di lasciare il suo incarico di governo a Bologna.
Archivio Segreto Vaticano, A.A., Arm. I – XVIII, 953; collocazione antica A.A., Arm.III, caps 2, n. 88.