Luigi Zamboni, al quale oggi è intitolata la nota via Zamboni, cuore della zona universitaria, nacque a Bologna nel 1772. Giovanissimo si diede ad attività clandestine col proposito di contribuire a restituire a Bologna l’antica autonomia. Questi suoi propositi lo avvicinarono alle posizioni rivoluzionarie francesi e all’”abate” Bauset, un attivista italiano naturalizzato francese col nome di Antoine Christophe Saliceti. Nel 1791 si arruolò nell’esercito francese come portabandiera e condusse per qualche hanno una vita movimentata tra la Francia, la Grecia e Roma. Nel 1793 tornò a Bologna dove tentò di organizzare con l’aiuto di Gianbattista De Rolandis (1774-1796) una vasta e generale sollevazione che avrebbe dovuto trovare i suoi capi tra gli studenti dell’università e gli aderenti tra la gente dei rioni popolari, stanchi del governo assolutistico e oppressivo dello Stato Pontificio. Traditi, dovettero anticipare il tentativo alla notte tra il 13 e il 14 novembre 1794, ma anche a causa di una pioggia battente, la sommossa ebbe pochi partecipanti, fu sedata rapidamente mentre i due promotori furono arrestati facilmente. De Rolandis fu impiccato, il 23 aprile 1796, mentre la madre e la zia furono imprigionate a vita per aver collaborato all’organizzazione della sommossa; invece Zamboni era già sfuggito al supplizio impiccandosi nel carcere del Torrone il 18 agosto 1795 (rimane il dubbio che davvero si sia trattato di suicidio). Napoleone nel luogo dell’esecuzione di De Rolandis fece poi erigere una stele con un’urna votiva, monumento che fu distrutto nel 1814 quando Bologna tornò all’autorità pontificia.
Secondo l’“ipotesi bolognese” furono proprio Zamboni e De Rolandis, che per la loro sommossa, crearono il primo tricolore italiano, utilizzando nelle coccarde che dovevano contraddistinguere i rivoltosi e che fecero confezionare dalla madre e la zia di De Rolandis i colori che rappresentavano gli ideali rivoluzionari francesi di “Giustizia Eguaglianza Libertà”. La scelta di sostituire la banda color turchino con quella di color verde voleva essere un segno distintivo che mostrasse la differenza di origine e di nazionalità.
Federico Bolognesi