Nel 1796 il giovane Napoleone Bonaparte, comandante in capo dell’armata francese impegnata nella “Campagna d’Italia”, dopo essere entrato trionfante a Milano in maggio si diresse verso i territori dello Stato della Chiesa conquistando Bologna il 19 giugno: entrò in città da porta San Felice il giorno successivo, 20 giugno 1796.
Subito dichiarò decaduto il governo pontificio e concentrò provvisoriamente il potere in mano al Senato, il quale chiese ai giuristi dello Studio bolognese di stendere una carta costituzionale che formalizzasse la nuova struttura di governo.
La costituzione fu votata il 4 dicembre 1796 in San Petronio, ma rimase inattuata.
Secondo i piani di Napoleone Bologna doveva diventare la capitale della Repubblica Cispadana, formata dal Ducato di Modena e Reggio e dalle due ex legazioni dello Stato della Chiesa (Ferrara e Bologna). La nuova Repubblica fu proclamata nel congresso di Reggio Emilia, il 23 dicembre e il 7 gennaio 1797 assunse come bandiera il tricolore orizzontale verde bianco e rosso: la Repubblica Cispadana fu quindi la prima entità statale ad utilizzare ufficialmente il tricolore della futura Italia. Le promesse di autonomia e di centralità della città di Bologna non furono però mantenute a lungo perché il 27 luglio 1797 la Repubblica Cispadana fu accorpata alla Repubblica Cisalpina con capitale Milano.
Napoleone tornò in visita a Bologna nel 1805, questa volta in veste d’Imperatore dei francesi e re d’Italia.
Federico Bolognesi