Bologna divenne parte del neonato Regno d’Italia con il referendum del 1860. Da quel momento iniziò per la città uno sviluppo tumultuoso. Negli anni seguenti vennero inaugurate nuove tratte ferroviarie verso Ancona e Pistoia, la stazione venne ampliata, mentre i commerci e la popolazione raddoppiarono.
Nel 1881, per far fronte ad una popolazione urbana che cresceva al ritmo di oltre 1200 persone l’anno, venne approntato il nuovo piano regolatore. Esso condizionò lo sviluppo urbano fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale e mutò considerevolmente l’immagine del centro.
Nel 1890 venne completata Via Indipendenza, inoltre, i grandi palazzi antichi quali Palazzo Re Enzo, il Palazzo del Podestà, il Palazzo del Comune, la Basilica di san Francesco e la Chiesa di Santa Maria dei Servi vennero restaurati. In linea con le usanze architettoniche del periodo, si decise di abbattere le antiche mura della città e solo il prolungamento dei lavori fino al 1920 e l’interessamento di insigni personaggi quali Alfonso Rubbiani e Giosuè Carducci permisero di salvare quasi tutte le porte.
In questo stesso periodo vennero sistemati i Giardini Margherita (1879), furono avviate le opere di via Farini e via Garibaldi e si costruirono la sede della Cassa di Risparmio, il Teatro Duse e la sede della Banca d’Italia.
Alessandro Ambrosino