Il nodo ferroviario di Bologna, durante la Seconda Guerra Mondiale, divenne uno dei principali obiettivi dei bombardamenti alleati, i quali, fra il 1943 e il 1945, causarono quasi tremila morti e danni gravissimi a monumenti e palazzi. Alcune di queste incursioni restarono a lungo nella memoria dei bolognesi: un esempio su tutti è la distruzione dell’Archiginnasio e di molti altri edifici storici nel gennaio 1944. L’attacco più sanguinoso fu invece quello del 25 settembre 1943, quando i cacciabombardieri uccisero oltre 900 persone che non ebbero il tempo di seguire le indicazioni, ancora oggi ben visibili su alcuni muri, per raggiungere i rifugi antiaerei. Bologna, inoltre, è ricordata anche per la tenace resistenza che oppose all’invasore tedesco e per il fermo rigetto verso la repubblica fascista, nata dopo l’8 settembre. Numerose furono le formazioni partigiane che pagarono un altissimo tributo di sangue nella lotta per la liberazione. Fra i vari episodi di cui si resero protagoniste, va ricordata la battaglia di porta Lame del 7 novembre 1944 che si concluse con forti perdite da entrambe le parti. Con l’avanzare degli alleati da sud, i nazifascisti furono costretti a ritirarsi, tuttavia il prezzo fu elevatissimo: i brutali eccidi di Marzabotto e Sabbiuno sono solo due esempi della crudeltà dell’invasore. All’alba del 21 aprile 1945, una città festante ed euforica accolse i liberatori e lo stesso giorno, Giuseppe Dozza, del CLN, fu eletto sindaco, successivamente riconfermato fino al 1964.
Alessandro Ambrosino