Bologna nei primi decenni del Quattrocento divenne per ben due volte sede della corte papale, dapprima di Alessandro V, passato alla Storia come antipapa (il cui monumento sepolcrale è conservato nella Basilica di Francesco) tra il 1409 e il 1410, poi di Eugenio IV dal 1436 al 1438.
Alessandro V, nato Pietro Filargo, venne eletto papa nel giugno 1409 dal Concilio di Pisa, strumento attraverso cui la Chiesa cercò di ricomporre il Grande Scisma d’Occidente che divideva l’Europa cristiana tra l’obbedienza di due papi, Gregorio XII e Benedetto XIII. Considerati decaduti quest’ultimi, Alessandro V venne incoronato nel luglio del 1409, tuttavia né Gregorio XII né Benedetto XIII accettarono le disposizioni conciliari: la Chiesa si ritrovò così lacerata tra le lotte di ben tre pontefici.
Il cardinale legato di Bologna Baldassarre Cossa, intento ad aumentare il proprio prestigio e la sua autorevolezza, chiamò dunque nel 1410 Alessandro V in città. Bologna per qualche mese visse nell’animazione della presenza della corte pontificia e dei cardinali, delle loro cerimonie, dell’andirivieni di sovrani, signori e ambasciatori. Quando poco dopo il pontefice morì il conclave per l’elezione del successore si svolse a Bologna portando all’elezione dello stesso cardinale Cossa che assunse il nome di Giovanni XXIII.
Eugenio IV, nato Gabriele Condulmer, eletto papa nel 1431, sembrò scegliere Bologna come nuova sede del concilio di Basilea. Egli si stabilì così con il collegio cardinalizio in città nell’aprile 1436 tra le speranze dei bolognesi di incrementare gli affari legati alle attività commerciali che un imminente concilio avrebbe comportato. Purtroppo queste speranze divennero ben presto illusioni quando nel gennaio del 1438 la corte pontificia abbandonò Bologna e il concilio venne trasferito a Ferrara.
Filippo Galletti