Nato intorno al 1220 e figlio naturale dell’imperatore Federico II di Svevia, Heinz detto Enzo divenne re sposando nel 1238 Adelasia, giudicessa (regina) di Torres e divenendo di fatto rex Turrium et Gallurae. Tuttavia il suo soggiorno in Sardegna fu molto breve: nel 1239 fu chiamato dal padre nelle terre tra la Romagna e la Lombardia – teatro dello scontro tra Federico II e la coalizione dei comuni cittadini guelfi dell’ Italia centrosettentrionale – a svolgere il difficile compito di suo legato generale in Italia, titolo che permise ad Enzo di detenere ampi poteri politici e militari e diventare di fatto il braccio destro della politica federiciana. Per dieci anni Enzo condusse l’esercito imperiale in numerose campagne militari, distinguendosi per l’audacia delle proprie azioni. Sconfitto nel 1249 da truppe bolognesi nella battaglia della Fossalta, alle porte di Modena, Re Enzo fu catturato e tenuto prigioniero dai bolognesi per il resto della vita nel Palatium Novum (ora Palazzo Re Enzo) non ancora completato al momento della cattura, e che era stato destinato ad accogliere una nuova sistemazione degli organi comunali. La fama di favolose proposte di riscatto avanzate da Federico II sono prevalentemente frutto di un’enfasi celebrativa; di certo i bolognesi non cedettero mai il simbolo vivente della vittoria contro l’Imperatore. Intorno alla figura di Enzo fiorirono innumerevoli leggende che ancora oggi circolano nella tradizione popolare; a lui si attribuiscono alcuni componimenti poetici ispirati dalla nostalgia della sua condizione. Morì nel marzo del 1272, dopo quasi ventitré anni di prigionia; il suo corpo fu imbalsamato e, rivestito di abiti regali, fu sepolto con solenni onoranze a spese del Comune di Bologna nella chiesa di San Domenico.
Filippo Galletti