Nato a Crevalcore nel 1628, Marcello Malpighi si laureò in medicina e filosofia presso l’Università di Bologna nel 1653. Ottenne immediatamente l’incarico di insegnamento di logica, dunque si trasferì alla fine del 1656 a Pisa per volere del duca Ferdinando II de’ Medici al fine di insegnare medicina teorica presso l’ateneo pisano, pur conservando tuttavia la carica di lettore allo Studium bolognese.
Le sommosse bolognesi degli anni ’70 del seicento
Nel corso degli anni ’70 del XVII secolo Bologna fu teatro di sommosse e tumulti connessi all’annone e al calmiere. Lo stato pontificio aveva deciso per il rialzo dei calmieri causando una crisi in tutto il territorio cittadino. Le prime sommosse si ebbero tra 1671 e 1673 ma solo nel 1677 si ebbe una vera e propria sommossa popolare che scoppiò il 26 agosto.
Il passamano e il portico di San Luca
Nel corso del XVII secolo la devozione per la Vergine di San Luca crebbe, tra 1603 e 1623 il santuario venne ampliato e il suo campanile ricostruito. L’arrivo di pellegrini in città, desiderosi di recarsi al santuario, comportò un rinnovato interesse dei notabili cittadini nei confronti del santuario. Per proteggerli dalla pioggia venne deciso di costruire un portico che permettesse un’agile ascensione al monte.
La peste del 1630
La peste del 1630 conosciuta ai lettori moderni grazie alle ampie descrizioni di Alessandro Manzoni imperversò anche nella città di Bologna. Già provata dalle carestie di inizio secolo Bologna perse quasi la metà della sua popolazione cittadina. L’epidemia fu portata a Bologna nel maggio del 1630 dai soldati lanzichenecchi giunti ad assediare Mantova nel corso della guerra di successione apertasi alla morte del duca Vincenzo II Gonzaga nel 1627.
Giovani orchestre d’Europa
Venerdì 1 aprile, nell’Aula Magna di Santa Lucia, una grande festa in musica per celebrare i novecento anni del Comune di Bologna e le sue istituzioni assieme a tanti giovani musicisti di Bologna e d’Europa. Dalle 18 fino a sera, diverse formazioni musicali si esibiranno gratuitamente per festeggiare il valore delle città nella storia d’Europa.
Nono centenario: inaugurano le prime due mostre
Venerdì 18 marzo a partire dalle 17.30 inaugurano le prime due mostre del Nono centenario del Comune di Bologna; si tratta della mostra “Dieci parole per Bologna. Nove secoli di vita comunale” alla Biblioteca dell’Archiginnasio, Ambulacro dei Legisti e della mostra “Bologna 1116. Dalla Rocca imperiale alla città del Comune” presso il Museo Civico Medievale.
Bologna e le sue trasformazioni urbane
Venerdì 18 marzo alle 16.30, in Auditorium Enzo Biagi di Salaborsa, si svolgerà il terzo seminario del ciclo “Bologna: la sua storia e le sue trasformazioni urbane dalle origini ai nostri giorni”, a cura dell’Architetto Pietro Maria Alemagna. Il titolo del racconto illustrato del 18 marzo è “Dal Medioevo alla fine del ‘700 – II parte”. I seminari sono organizzati da Urban Center Bologna, Ordine degli Architetti e Ordine degli Ingegneri di Bologna.
Una nuova immagine per la città
Nel corso degli anni ’60 del XVI secolo papa Pio IV decise, attraverso l’azione del cardinal legato Carlo Borromeo e il suo vice legato Pier Donato Cesi, di donare una nuova immagine monumentale alla città di Bologna. Tra 1562 e 1563 il vice legato Cesi sovraintese alla costruzione del palazzo dell’Archiginnasio concepito come sede definitiva ed unitaria dello Studium bolognese che, dalla sua creazione, era rimasto disperso tra varie sedi.
L’incoronazione di Carlo V
Il 22 e il 24 febbraio del 1530 Carlo V d’Asburgo veniva incoronato dal pontefice Clemente VII Imperatore del Sacro Romano Impero. Con il termine della Guerra della Lega di Cognac (pace di Barcellona 1529 e pace di Bologna 1530) Bologna divenne teatro dell’ultima incoronazione imperiale realizzata da un pontefice. Il 22 febbraio veniva incoronato, ricevendo la corona ferrea, re d’Italia nella cappella Farnese di palazzo d’Accursio.
La Libertas Bononiae
Lo scontro ideologico tra il papato e Bologna comportò una reazione del milieu culturale bolognese. Con l’emanazione, da parte di Sisto V, della Bulla Confiscationis del 1588 i bolognesi si videro sottoposti al controllo diretto della Camera Apostolica. In reazione il Senato riprese ed utilizzò i capitoli di Niccolò V del 1447 per argomentare, di fronte alle azioni papali, i diritti che possedeva sull’autogestione delle proprie risorse.
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